Quando parliamo di Metropoli di Paesaggio, parliamo di un’area vasta di circa duemilaseicento chilometri quadrati, contraddistinta da una prevalenza eclatante di paesaggio non edificato e, in molti casi, vincolato da molteplici titoli di salvaguardia – Unesco, Mab Unesco, Sic, ZPS, Rete Natura 2000, convenzione di Ramsar.
Questo territorio variegato diventa il campo sperimentale per una differente approccio all’abitare, estendibile fin dove l’orografia lo permette: nel Polesine come nella pianura ravennate, nella bassa modenese come in quella mantovana, fino alla città metropolitana bolognese e laddove il suolo è collinare o montuoso (sugli Appennini).
Metropoli di Paesaggio individua un modello di conurbazione di grandi dimensioni (in questo caso delle dimensioni dell’intera provincia) nella quale, a parità di servizi erogabili in una metropoli, il paesaggio supera per estensione le porzioni antropizzate. Il presupposto fondamentale per la costituzione di una metropoli di paesaggio ferrarese è individuabile nella articolazione ragionata che quest’ultimo offre per disegnare un sistema infrastrutturale intermodale e sostenibile ‐ su terra e su acqua ‐ che preveda:
- la presenza di un’arteria principale est‐ovest;
- una serie di nodi di scambio tra mezzi di trasporto diversi (bicicletta, imbarcazione, bus elettrico, treno di superficie) disseminati su tutto il sistema;
- una tangenziale di paesaggio nel fulcro del sistema (la centralità di Ferrara) che permette la circolarità del tragitto ‐ anch’esso lento, tra terra e acqua o, meglio, ‘da fiume a fiume’ ‐ Volano/circuito Mura/Parco Urbano/Po/Boicelli/Volano;
- una rete di percorsi che dall’arteria principale si dirama in tutto il territorio metropolitano.
Quali sono i fiumi che potrebbero essere navigabili?
Il progetto prevede l’utilizzo delle quattro direttrici d’acqua che attraversano la città di Ferrara nelle direzioni dei quattro punti cardinali (Boicelli, Volano, Primaro, Burana) in altrettanti assi intermodali di trasporto passeggeri. In relazione alle attività di trasporto sui quattro assi di una flotta di quattordici imbarcazioni in forma di catamarano e della possibilità di scambio intermodale con biciclette e bus, la Darsena di San Paolo – prossima, peraltro, a un importante intervento di rigenerazione – si trasforma in hub centrale all’interno dell’intero sistema in cui i vertici di Pontelagoscuro, Contrapò-Baura, San Niccolò e Porotto-Vigarano costituiscono i terminal periurbani.
L’intero ambito della Darsena di Ferrara, una volta iniziato il processo e al netto dei positivi cambiamenti in atto (Consorzio Wunderkammer, Scuola di Musica), è destinato a trasformarsi nella nuova piazza urbana contemporanea, cerniera tra la città storica entro le Mura e la densamente popolata ‘città di via Bologna’, fulcro funzionale e intermodale, snodo abilitante e attrattivo per cittadini, turisti, merci.
A partire dalla darsena di San Paolo, destinata al ruolo di nuova piazza lineare di cucitura tra la città entro le Mura e il popolato quartiere di via Bologna, si innerva una trama fitta di percorsi d’acqua che avvicina il nucleo urbano principale ai propri quartieri, costruendo i presupposti per una rinnovata abitabilità dei luoghi apparentemente più marginali: una intuizione infrastrutturale e una riscoperta culturale.
È davvero realizzabile la politica territoriale di Metropoli di Paesaggio?
La politica territoriale di Metropoli di Paesaggio può essere realizzata all’interno della proposta dell’Unione Navigazione Interna Italiana (U.N.I.I.) perché ne condivide i principi di rilancio economico (sotto il profilo turistico) e di salvaguardia ambientale (per quanto concerne l’opportunità di trasporto delle merci).
Metropoli di Paesaggio è un tassello necessario alla riprogettazione logistica della dorsale formata dall’asta del Po, che da Torino – raccogliendo attraverso il sistema dei navigli la metropoli milanese – taglia tutta la Pianura Padana per arrivare al Delta del Po.
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